the great disaster
Patrick Kermann
Matthieu Pastore
scene e regia
Renato Sarti
traduzione
Matthieu Pastore
disegno luci e allestimento scenico
Luca Grimaldi
Marco Mosca
musiche
Carlo Boccadoro
Siamo portati a pensare che tutto quanto sia già stato scritto, e questo forse è vero, ma non tutto quello che è stato scritto e che varrebbe la pena di essere letto è stato tradotto.
Lo ammetto: Patrick Kermann, l’autore di The Great Disaster, non l’avevo mai sentito nominare. Matthieu Pastore, che ha il grande merito di averlo tradotto e portato in scena, nemmeno. Renato Sarti invece lo seguo e lo apprezzo da anni e quando ha generosamente aperto una linea di credito a Matthieu Pastore accettando di dirigerlo non ho potuto fare a meno di andare a vedere lo spettacolo. A ben pensare, fa specie che un ragazzone francese dalla risata contagiosa, che ricorda vagamente per simpatia e stazza lo chef Cannavacciuolo ma che parla in italiano molto meglio di lui (e ad essere onesti anche di me), abbia scelto di tradurre e portare in scena il testo di un uomo morto suicida a soli 41 anni. E’ una delle poche notizie riportate in rete sulla vita di Kermann. Un “dettaglio” non trascurabile.
Il Grande Disastro di cui si tratta è l’affondamento del Titanic al suo primo ed unico viaggio. Un viaggio solo, come per noi esseri umani, destinati prima o poi ad “affondare”.
Sulla scena Matthieu è Giovanni sceso al mare da un paesino di montagna e imbarcato sul Titanic come pulitore di cucchiaini. E con che orgoglio e senso di responsabilità Giovanni ricopre la sua mansione nella pancia del transatlantico. E’ così attaccato al lavoro che mentre la nave affonda e lo invitano a mettersi in salvo su una zattera, solo per salvaguardare l’immagine delle Compagnia navale beninteso, lui si rifiuta.