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Stabat Mater

marinelli
organizzatrice di compagnia
Sara Toni

produzione
Centro Teatrale MaMiMò e
Teatro Stabile dell'Umbria/Terni Festival

 
STABAT MATER mi ha procurato un grande coinvolgimento emotivo e una quasi totale empatia. Sono rimasta subito catturata dal percorso di Andrea, soprattutto nella prima parte del racconto, con il suo rifiuto per tutti i "fastidi fisici" che le donne devono sopportare (figuriamoci un uomo imprigionato in un corpo di donna): le mestruazioni, il peso e il volume del seno, l'instabilità emotiva (che Andrea rifiuta di avere), odiatissime da lui quanto da me nella mia prima adolescenza ma anche più tardi. Che buffo, ho pensato, chissà quante altre donne si sono riconosciute in Andrea, chissà quante hanno provato rabbie simili a essere condannate a tali torture anche senza mettere in discussione il loro genere. Sono così labili i confini che separano gli individui tra il riconoscersi maschio o femmina. Penso che sia importante raccontare una storia come quella di STABAT MATER perché uno spettacolo così dà la possibilità di farci incontrare e riconoscere reciprocamente. Possiamo cosí accogliere, capire, abbracciare e amare, aldilà delle diversità di genere, aldilà delle scelte e dei comportamenti sessuali, tutti noi, piccoli, poveri, esseri umani.