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"Knowledge is power."  Francis Bacondivisorio"Always forgive your enemies - nothing annoys them so much."  Oscar Wildedivisorio"Life is a tragedy when seen in close-up, but a comedy in long-shot." Charlie Chaplindivisorio"If you want a happy ending, that depends, of course, on where you stop your story." Orson Wellesdivisorio"Life is divided into the horrible and the miserable."  Woody Allendivisorio"Cela vieillit, tu sais, d'être une jolie fille sans un sou." Jean Anouilh divisorio"Hell is empty and all the devils are here."  William Shakespearedivisorio"Acting is a nice childish profession - pretending you're someone else and, at the same time, selling yourself."  Katharine Hepburndivisorio"If you don't know where you are going, any road will get you there." Lewis Carrolldivisorio"I'll always be there because I'm a skilled professional actor. Whether or not I've any talent is beside the point." Michael Cainedivisorio"The nicest thing for me is sleep, then at least I can dream." Marilyn Monroedivisorio"La meilleure crème de beauté, c'est la bonne conscience." Arlettydivisorio

Servo per due

montedoro
 
scene
Luigi Ferrigno

costumi
Alessandro Lai

luci
Cesare Accetta

coreografie Fabrizio Angelini

canto
Gabriele Foschi

musiche eseguite dal vivo dall’orchestra Musica da Ripostiglio

regia
Pierfrancesco Favino
Paolo Sassanelli
 
Merito anche di tutti, ma proprio tutti, i bravissimi attori delle compagnie Gli Ipocriti/Gruppo Danny Rose; ognuno di loro meriterebbe più di qualche riga, ma sul palco sono in dodici, oltre a Favino, e questo complica un tantino la faccenda. Di più, per completezza d’informazione dobbiamo dire che gli attori impegnati (e “occupati”, che di questi tempi non è poca cosa) in questa produzione sono in realtà 24. Il cast è mobile e doppio e gli interpreti si alternano durante la stagione teatrale; Favino unica costante. Varrebbe la pena di vedere anche il secondo gruppo di attori all’opera, perché cambiando i componenti si suppone cambino anche le caratterizzazioni dei personaggi.

Uno spettacolo completo e fantasioso, un meccanismo ben oliato, un’operazione originale, frutto evidente di un faticoso e serio lavoro, portato in scena da professionisti che non hanno paura di cimentarsi anche con il canto e il ballo. Il ritmo è serrato e numerosi sono i cambi di scena.

Non commedia dell’arte in senso stretto ma nemmeno solo teatro di varietà o classico avanspettacolo. Men che meno musical comedy. “Servo per due” non è nessuna di queste cose ma in qualche strano modo è tutte queste cose. Per capire cos’è bisogna vederlo.

Vivamente consigliato, soprattutto a depressi cronici o pseudo intellettuali. Impossibile non ridere.