Peter Pan guarda sotto le gonne
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Ottima anche l'idea di rappresentare l'alter-ego maschile senza interazione con la scena. Solo come un riflesso. Che altro non fa che specchiarsi, aver vita solo grazie all'immaginazione del protagonista. Che vede se stesso li, di fronte... quel se stesso che forse non sarà mai, che forse sarà solo una povera imitazione del tutto. Contrapposto a chi, come la sua Wendy, ha ben altra visione della vita. Molto piu' incline allo stereotipo, molto piu' incline al voler Ribellarsi... ma la ribellione ai limiti della Normalità va bene a tutti. Si scrive Ribellione ma si legge Stereotipo. Lo sanno tutti che i 13enni fumano, che ribellione è? Ma nel momento in cui il 13enne ti comunica di non sentirsi a suo agio nel corpo in cui è nato... ah, quella diventa una Nuova Ribellione. Non un disagio, non qualcosa a cui dare adito. La solita sciocchezza adolescenziale. Che ad altro non serve che ad attirare l'attenzione. Il problema nasce nel momento in cui lo stesso questito lo riproponi 20 anni dopo. E ti viene classificato ugualmente come capriccio adolecenziale. Sono i momenti in cui viene da chiederti se il problema sia il tuo o il loro..
Viene sollevata anche la questione dell "essere a metà". Essere un po'qualcosa e un po' qualcosaltro. Il regista lancia la forte provocazione per poi rimediare in calcio d'angolo:
Tinkerbell, la fatina che da sempre accompagna Peter, si rivela una sorta di Grillo Parlante per il giovane ragazzo. Il suo affermare "Sei una via di mezzo.." non risulta, sul momento, un'affermazione piacevole. Ma di certo rimedia il seguito : "... non sei propriamente femmina, ma sei esattamente maschio!" (non ricordo la frase esatta, meglio farsela dire da Livia, per restare coerenti).