L'eclisse
Flavio Feniello
Francesco Frongia ha diretto uno spettacolo molto importante, profondo, e con delicatezza porta lo spettatore, a rapportarsi con la propria esperienza personale, al proprio rapporto con i genitori, anche se non necessariamente ha vissuto il tipo di relazione madre/figlia ( /figlio ) a cui assistiamo.
Lo ha diretto coadiuvato da collaboratori di alta qualità, a partire dalle belle luci di Nando Frigerio a tutte le maestranze. Si avvale inoltre dei bei costumi di Ferdinando Bruni, autore anche dei due quadri che costituiscono il dittico che, simmetrico, si staglia sulla parete dell’appartamento (dittico dal significativo titolo “Il punto di non ritorno“).
E Francesco Frongia infine ha diretto con scrupolo e attenzione ad ogni particolare un cast di alto livello che ha risposto egregiamente alle sue indicazioni: Osvaldo Roldan è il tanguero, Cinzia Spanò è sempre brava, qui nel ruolo di incaricata preposta/assistente sociale che dovrebbe “soccorrere” la madre ma che sembra essere più colpita dall’incontro con la famosa Stephanie. Grande professionalità e grande prova attoriale, come sempre, da parte di Elena Ghiaurov, che da algida e fredda donna in carriera cede e si trova indifesa a fare i conti con se stessa.
E naturalmente lei, la straordinaria Ida Marinelli, che mette sulla scena, su quel “ring” al centro della scena, tutta la sua sapienza, la sua bravura nelle molteplici e complesse sfaccettature che richiede il suo ruolo.