La società
“Sì, certo, un po’ invecchiati, ma… Insomma non vecchi. Cresciuti, semmai”.
“Tutti vecchiano. Normale”.
“No, certo, è normale. Però vedere che adesso che sono adulti portano avanti con coraggio quello che sognavano fare già a scuola, mi ha commossa. Insomma, non si sono arresi, hanno dentro una bella forza. Non si sono depistati… né impigriti”.
“Tu sta sul divano: pigra? O lonfa?”
“Oggi perché non stavo bene ma di solito non sto sul div… Comunque si dice lonfo, con la o. Lonfo… Ma non è esattamente pigriz…”
“E cosa è?”
“Il lonfo?”
“Eh”.
“È più una cosa dentro al petto di quando non sei in pace, o non sei fedele a te stesso. Tu hai fatto quello che volevi fare?”
“Secondo te io volevo pulire tua casa?”
“No”.
“No, io pulire, anche. Mi piace mio lavoro. Ma senza aspirapolvere non si può”.
“Già”.
“Già”.
“…”
“…”
“Ci facciamo un caffè?”
“Certo. Però poi tu non pensa che io ho lonfo. Io non ho lonfo. Non ho lonfo”.
Milano. Teatro dei Filodrammatici. Lino Musella, Paolo Mazzarelli, Fabio Monti e Laura Graziosi in scena con La società. Tre atti di umana commedia. Ho pianto, riso, pensato e goduto. Ed è tre giorni che il Lonfo abita il mio petto. Cosa sarà, poi, non lo so.
Lo canticchio e siamo amici.