La prova
Martina Brunelli
assistenti alla regia
Denise Brambillasca
Ilaria Longo
assistente scene e costumi
Gaia Tagliabue
direzione tecnica
Silvia Laureti
produzione
Teatro Filodrammatici di Milano
Al tempo del #MeToo, in cui è stata definitivamente disvelata la reiterata tendenza a forme di violenza fisica e morale finalizzata all’imposizione o allo scambio di favori sessuali e professionali, dove finisce il tentativo di usare il proprio fascino, la propria avvenenza e dove inizia lo sfruttamento della propria posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti?
Fornasari e i suoi attori non danno risposte, ma aiutano a porsi domande su come esista una zona grigia, in cui il consenso può essere il frutto naturale di sentimenti di stima, fiducia, affetto, condivisione oppure diventare scambio di favori, effetto di manipolazioni e ricatti. Sicuramente avremo imparato che La Prova è sempre nella cultura, nei valori, nelle intenzioni, non necessariamente nelle azioni dei protagonisti.
Da dove iniziare? Da Romand? "Non sono mai stato così libero, la mia vita non è mai stata così bella. Sono un assassino. La mia immagine agli occhi della società è la peggiore che possa esistere, ma è più facile da sopportare che i miei vent'anni di menzogne".
Da Carrère stesso? "Non credo che in generale la finzione sia dalla parte del falso, dell'impostura. Solo che per me, nel mio uso personale, sì."
La realtà e la menzogna, la verità e la finzione, la vita e il teatro. Simili e distanti anni luce. Ma Carrère le porta a coincidere e sovrapporsi...
Quanta realtà nutre le invenzioni del cinema italiano di questi ultimi anni. Quanta verità risplende attraverso la dichiarata finzione del palco. Dalla cronaca alla letteratura, in una ininterrotta dissolvenza tra la prima e la terza persona. Le voci dei morti e le parole dei vivi. Le parole le parole le parole.
Tutto era evidente (così sembra, con il senno di poi), ma nessuno vedeva, forse nessuno davvero guardava, forse solo ascoltava. Nemmeno, solo sentiva. Un pubblico compiaciuto, appagato da una comoda versione dei fatti, dall'abile spettacolo di una vita. Di una NON vita.