La prova
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raccontato da
Emilio Bellini
di
Bruno Fornasari
con
Tommaso Amadio
Emanuele Arrigazzi
Orsetta Borghero
Eleonora Giovanardi/ Marta Belloni
regia
Bruno Fornasari
scene e costumi
Erika Carretta
disegno luci
Fabrizio Visconti
movimenti
Marta Belloni
Emilio Bellini
Bruno Fornasari
Tommaso Amadio
Emanuele Arrigazzi
Orsetta Borghero
Eleonora Giovanardi/ Marta Belloni
regia
Bruno Fornasari
scene e costumi
Erika Carretta
disegno luci
Fabrizio Visconti
movimenti
Marta Belloni
Leggiamo romanzi, andiamo a cinema, passiamo le notti rapiti dalle serie TV… ma il teatro è (e resterà per sempre) un’altra cosa.
Quattro personaggi: 2 uomini (Edo e Fede, amici, soci, capi) e 2 donne (Tina e Lucy, collaboratrici, compagne, amanti), nel contesto di una fighettosissima agenzia di design-pubblicità. Tutto parte da un (presunto) “pasticciaccio” (la sera precedente, nel corso di una cena di lavoro a due, Fede ha accarezzato la spalla nuda di Tina, con l’aggravante di aver toccato, tra le due spalle, quella priva di bretella-spallina, lasciando a Tina la netta impressione di una tentata molestia).
Per tutto il tempo lo spettatore è invitato a giudicare se l’evento (come raccontato da Tina) è la “prova” di una serie di ingiustizie subite dall’universo femminile della storia: molestie sessuali, mancati riconoscimenti professionali, furti di opere dell’ingegno, comportamenti predatori che l’universo maschile ha potuto permettersi grazie alla posizione gerarchica detenuta ed al potere da questa derivante.
Fornasari riesce a tenere insieme il tono della commedia, la psicologia del dramma borghese, la multi-sensorialità del musical, il ritmo della serie TV, la denuncia sociale in tempi di #MeToo. … Ma il teatro è (e resterà per sempre) un’altra cosa.
E “La Prova” ne è la prova.
Il teatro dovrebbe interrogarci profondamente, mettere a nudo le ipocrisie, disvelare le dissimulazioni, sovvertire il comune senso delle cose, aiutarci a interpretare la complessità delle relazioni umane che quasi mai sono riducibili alle dicotomie bene-male, giusto-ingiusto, carnefice-preda.
Quattro personaggi: 2 uomini (Edo e Fede, amici, soci, capi) e 2 donne (Tina e Lucy, collaboratrici, compagne, amanti), nel contesto di una fighettosissima agenzia di design-pubblicità. Tutto parte da un (presunto) “pasticciaccio” (la sera precedente, nel corso di una cena di lavoro a due, Fede ha accarezzato la spalla nuda di Tina, con l’aggravante di aver toccato, tra le due spalle, quella priva di bretella-spallina, lasciando a Tina la netta impressione di una tentata molestia).
Per tutto il tempo lo spettatore è invitato a giudicare se l’evento (come raccontato da Tina) è la “prova” di una serie di ingiustizie subite dall’universo femminile della storia: molestie sessuali, mancati riconoscimenti professionali, furti di opere dell’ingegno, comportamenti predatori che l’universo maschile ha potuto permettersi grazie alla posizione gerarchica detenuta ed al potere da questa derivante.
Fornasari riesce a tenere insieme il tono della commedia, la psicologia del dramma borghese, la multi-sensorialità del musical, il ritmo della serie TV, la denuncia sociale in tempi di #MeToo. … Ma il teatro è (e resterà per sempre) un’altra cosa.
E “La Prova” ne è la prova.
Il teatro dovrebbe interrogarci profondamente, mettere a nudo le ipocrisie, disvelare le dissimulazioni, sovvertire il comune senso delle cose, aiutarci a interpretare la complessità delle relazioni umane che quasi mai sono riducibili alle dicotomie bene-male, giusto-ingiusto, carnefice-preda.