La pace perpetua
Alessandro Chiti
Sandra Cardini
produzione
Società per attori
La trama narra di tre cani, interpretati da straordinari attori, che rinchiusi in una gabbia devono superare una serie di prove per entrare a far parte di una speciale sezione antiterrorismo.Sono lì perché hanno qualcosa che all’uomo manca da troppo tempo ormai: l’istinto, la capacità di utilizzare tutti i propri sensi per effettuare la giusta scelta, sempre.
Tema a me molto caro questo, perché sono uno chef e i sensi sono i miei attrezzi del mestiere. Ho sempre pensato di essere un privilegiato in questo “senso”. Nessun’altra professione ti permette di utilizzarli tutti e cinque come avviene invece in cucina. E’ un pensiero che mi riporta ad un’esperienza vissuta qualche settimana fa.
Durante un corso di teatro che sto frequentando, l’insegnante ci propone un esercizio che si rivelerà molto più complesso di quel che ognuno di noi potesse aspettarsi. Guardare negli occhi un compagno o una compagna e dirgli “Ti amo” cercando la verità di queste parole, in queste parole.
Possiamo pescare nei ricordi, fare appello a storie e relazioni vissute, ma questo più che agevolare la buona riuscita dell’esercizio, sembra per assurdo rendere tutto ancora più complicato. Ho ripensato a questo episodio proprio mentre seguivo lo spettacolo, mentre osservavo la messa in scena di quei tre cani. Loro, gli animali, come si comporterebbero per esprimere il loro amore?