La bottega del caffè
raccontato da
Flavio Feniello
Carlo Goldoni
adattamento
Valeria Cavalli
Valeria Cavalli
Claudio Intropido
con
Gaetano Callegaro
Pietro De Pascalis
Jacopo Fracasso
Cristina Liparoto
Andrea Robbiano
Roberta Rovelli
Simone Severgnini
Daniele Turconi
Debora Virello
Ma il caffè rende davvero nervosi? Forse no, a giudicare da come tutti i personaggi che passano dalla Bottega del caffè di Carlo Goldoni ( adattato in modo molto intelligente ed originale da Valeria Cavalli, da lei diretto con Claudio Intropido ) sono così presi dai propri problemi, dalle proprie tentazioni, che la caffeina non può certo aggravare la loro precarietà.
L’adattamento di Valeria Cavalli risponde al modo che spesso preferiamo per la messa in scena dei “classici”: profonda conoscenza e rispetto del testo originale, da cui partire per la propria trasposizione, portata fuori dal tempo, in un non-luogo, città dei balocchi, ma quelli pericolosi, viziosi, dove si vince di rado e molto spesso si perde denaro e umanità.
Un non-luogo dove i personaggi si rincorrono, scappano, si nascondono, si cercano, si trovano. L’unico posto dove si potrebbe raggiungere un po’ di pace, di saggezza, è la Bottega del caffè, dove il proprietario Ridolfo ( Daniele Turconi ) cerca di redimere dal vizio del gioco il giovane Eugenio ( Simone Severgnini - un po’ Jocker, un po’ Puck ), senza riuscirci.
A dominare la scenografia, sul fondo del palco, un sipario trasformato in tendone da circo, che attira verso il vizio, nel buio ( curato dall’attento e puntuale uso delle luci ) ma non lo nasconde, né nasconde le debolezze dell’uomo che cade facilmente in tentazione, e a volte è perfino consapevole della propria caducità.