In trincea
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Sono tutti attentissimi perché a scavare con le mani nella striscia di terra in proscenio, a indossare una giacca militare, a imbracciare il fucile ci sono tre ragazzi poco più grandi di loro: la guerra li ha resi soldati ma soprattutto uomini, li ha costretti a vivere un’esperienza non voluta, a combattere per una Patria che è più matrigna che mamma.
Le tre voci impastano ricordi d’infanzia, di amori,di passioni, di paure e come spesso succede nell’emergenza, nasce l’amicizia, il bisogno di credere ancora nell’altro e di sperare che tutto finisca. E finisce infatti. Con quelli che vanno avanti nella vita e con chi viene fermato dalla morte.
Scrosciano gli applausi e scrosciano le domande degli studenti. E io, che avevo in serbo anche un mio quarto no ovvero vade retro dibattito, resto lì ad ascoltare le risposte che non hanno nulla di impostato, di didattico, di ovvio. Risalgo la chiocciola bianca a forma di scala e fuori c’è il sole. Le previsioni non sbagliavano. E non ho sbagliato anche io a dire quel sì.
Le tre voci impastano ricordi d’infanzia, di amori,di passioni, di paure e come spesso succede nell’emergenza, nasce l’amicizia, il bisogno di credere ancora nell’altro e di sperare che tutto finisca. E finisce infatti. Con quelli che vanno avanti nella vita e con chi viene fermato dalla morte.
Scrosciano gli applausi e scrosciano le domande degli studenti. E io, che avevo in serbo anche un mio quarto no ovvero vade retro dibattito, resto lì ad ascoltare le risposte che non hanno nulla di impostato, di didattico, di ovvio. Risalgo la chiocciola bianca a forma di scala e fuori c’è il sole. Le previsioni non sbagliavano. E non ho sbagliato anche io a dire quel sì.