Dove sei, o musa
raccontato da Michela Tartaglino Mazzucchelli
William Shakespeare
Elena Russo Arman
Alessandra Novaga
regia
Elena Russo Arman
musiche
John Dowland
luci
Roberta Faiolo
Una dolce tensione mi ha permeato per tutto lo spettacolo. Dove sei, o musa, domanda ispiratrice di questo spettacolo, credo di averla trovata e sicuramente chi l'ha trovata è Elena Russo Arman.
Una musa tonda, grande, luminosa che smuove i mari e regola i mesi, sì è proprio lei la luna. Una luna illuminata dall'amore, non solo dalla luce. Chissà se anche William Shakespeare si lasciasse invadere dall'astro celeste?
La scena cupa e incolore, pervasa solo dal nero, dalle luci e dalla luna, da una natura spoglia ma presente, accompagna lo spettatore, inchiodato sulla sedia, in un viaggio attraverso ogni piccola o meglio grande sfaccettatura dell'amore.
Un dualismo assoluto, il bene e il male, o il male e il bene, pervadono lo spettacolo. La voce tesa e tormentata, quasi stridente, di Elena Russo Arman, incredibile interprete dei sonetti di Shakespeare, si unisce e viene accompagnata, duetta, con la dolcezza della melodia di John Dowland, suonata con passione da Alessandra Novaga.
Due artiste che, grazie a una ricerca accurata ed emozionante nei sonetti del Bardo, magistralmente effettuata dall'attrice e regista, ci portano e ci fanno cavalcare, cadere, rialzare, correre, sospendere, immergere in una serie di emozioni forti e profonde.
L'amore è un'avventura, la vita non può esistere senza essere vissuta appieno, a tal punto dall'entrare nel profondo delle emozioni che suscita. Shakespeare e questo spettacolo sono il frutto della vita vissuta intensamente, senza timore e con sincerità.