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Collaborators

mellini
raccontato da
Manuela Mellini
 
di John Hodge 
 
con
Tommaso Amadio
Emanuele Arrigazzi
Michele Basile
Marco Cacciola
Emanuela Caruso
Bruno Fornasari
Enzo Giraldo
Marta Lucini
Alberto Mancioppi
Daniele Profeta
Chiara Serangeli
Umberto Terruso
Elisabetta Torlasco
Antonio Valentino

regia
Bruno Fornasari
 
“Difficile” penso fuori dal teatro, aspettando di entrare. Un sacco difficile. Difficile perché, nel lontano 2002, unica di tutta la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna, decisi di sostituire il normale esame di Storia contemporanea con quello di Storia contemporanea della Russia. Difficile perché Il maestro e Margherita di Bulgakov è il mio romanzo preferito in assoluto. Difficile perché, nonostante Putin e un bel po’ di altre questioni, non riesco a essere completamente obiettiva quando penso al mito della mamma Russia e a quello che, per decenni, ha significato per la cultura, la società, la politica italiana. Difficile perché, nel mio totale anacronismo, a vent’anni o giù di lì imparai a digitare sui tasti del mio Nokia l’inno della Russia e lo impostai come suoneria.

“Ma guarda che il testo l’ha scritto John Hodge, quello di Trainspotting.”

Minchia, allora non è solo difficile provare a parlare di uno spettacolo del genere, è proprio impossibile.

 

Poi entro nel teatro. La sala è calda e si riempie sempre più di gente, tanta gente. La luce si abbassa e il piccolo, delizioso palcoscenico dei Filodrammatici, improvvisamente, diventa enorme. Quanti sono gli attori? Io ne immaginavo due, Bulgakov e Stalin, un dramma un po’ intimo, due personaggi di immensa caratura che si fronteggiano, soli. Capito niente come al solito. La scena è piena, la sala è piena, l’aria è piena. Di cosa?