Animali da bar
raccontato da
Giulia Lombezzi
Gabriele Di Luca
Beatrice Schiros
Gabriele Di Luca
Massimiliano Setti
Pier Luigi Pasino
Paolo Li Volsi
voce fuori campo
Alessandro Haber
regia
Alessandro Tedeschi
Gabriele Di Luca
Massimiliano Setti
Massimiliano Setti
Il bar rappresenta per eccellenza il luogo dove l’eroe si ferma per riflettere, chiarire, fare il punto e abbeverarsi, non solo di alcool, ma anche di notizie. È il posto dove si va per capire che aria tira, per stringere amicizie e carpire dettagli, ma inevitabilmente dopo qualche bicchiere si comincia a cedere e i dettagli, anziché carpirli, li si inizia a rivelare. “Le cose più interessanti”, ci racconta questo lavoro, “succedono di nascosto”.
Di eroi, quantomeno nell’accezione classica del termine, non ce ne sono molti nel bar di Carrozzeria Orfeo, che contiene personaggi così contorti e triviali da competere ad armi pari coi frequentatori del bar di Star Wars. Intorno allo squallido bancone dove la splendida Schiros - barista si affaccenda come l’uomo delle caldaie di Miyazaki, ruotano individui che portano in giro “la versione economica di sé stessi”, e da molto tempo non sono più bambini ma persone, che giocano partite truccate con la nascita, la vita e la morte, accomunati da un unico scopo più o meno dichiarato:la ricerca di un po’ di gioia, e di “una carezza dimenticata per caso” che li salvi dalla solitudine.
Guardando vivere Milo, Mirka, Colpo di frusta, Sciacallo, Swarowsky e il Nonno, che si manifesta solo tramite una radiolina, penso che la felicità loro la conoscono troppo poco per poterla ritrovare, e se mi chiedo a che punto si trovano nel Viaggio dell’Eroe, senza dubbio li colloco tutti a sguazzare nel Ventre della Balena, il punto di non ritorno, il “peggio di così non può andare”.