troia's discount
Ricci/Forte
con la partecipazione di
Z/K/M & SKOP
Zagabria
Uccide chi è cosciente della propria disfatta, ma anche chi non lo è, nell'orgasmo con cui la società, a cui fa riferimento il titolo, tutta apparenza e consumismo, dissocia emotivamente dal proprio vissuto.
Il palco è un'arena che trema di intensità: nei volti dei protagonisti, nel sudore che percola dai visi distrutti, negli sputi, nelle urla, nella violenza, anche sessuale, nelle pudenda esibite di continuo, nella nudità che sfocia nel sesso, che è un'orgia di assenza di sentori.
E ancora, nella verbosità dei testi, nella formalità di parole che si giustappongono nel creare una poesia concettosa, martellante, anche lucida e livida, che si compendia nella fine di tutto. E di tutti. Nel frattempo, in quel fluire di suggestioni, mi rimbombano in testa alcune frasi: “Siamo pace senza un destino”, “La vita che avevo immaginato non riconosce queste cose”, “Quando dentro sei al buio, tutto fuori è uguale”, “La vita ti appare migliore se la prendi in bocca attraverso i gemiti di un altro”. Lo spettacolo termina con un cartello con su scritto “Amiamo solo ciò che non possiamo avere”.
Mi guardo intorno: alcuni hanno la faccia stranita da tutto quello che hanno visto, altri sembrano avere soddisfatto solo la pruderia di guardare determinate scene, altri ridacchiano divertiti. Un mondo interno divorato dalla sordità di quello esterno, in effetti, appare tangibile.