Tamburi nella notte
Leonardo De Flaviis
Emanuele Aldrovandi
regia
Francesco Frongia
con
Luigi Aquilino
Edoardo Barbone
Denise Brambillasca
Gaia Carmagnani
Eugenio Fea
Ilaria Longo
Simone Previdi
Alessandro Savarese
Valentina Sichetti
Irene Urciuoli
Daniele Vagnozzi
Vedere il nutrito gruppo di giovani attori mettere in scena Tamburi nella notte nell’intima e accogliente atmosfera del Teatro Filodrammatici è stata un’esperienza molto coinvolgente.
La divisione dello spazio scenico rende da subito molto fruibile la pièce e riflette quella doppia dimensione che la percorre: le vicende private di casa Balicke avvengono per lo più in una parte ristretta del palco mentre le vicende cittadine ne occupano l’intera superficie. Questo scarto tra le due dimensioni è marcato anche dall’efficacia scenica della rappresentazione delle due dimensioni. Nell’angusto spazio della camera, i dialoghi concitati e la bravura degli attori trasmettono con forza l’avidità e l’ipocrisia di una borghesia che si arricchisce con la guerra e la sua spietatezza verso ciò che non fa il suo utile. Le scene pubbliche risultano invece meno convincenti nella prima parte: si percepisce meno la dimensione angosciosa e incerta di una città in rivolta e le sue contraddizioni interne.
L’elemento più riuscito, agli occhi di uno spettatore senza competenze teatrali, è la dimensione tragicomica dell’opera. Per tutta la durata dello spettacolo vicende angosciose e tristi come ad esempio quelle della giovane Anna che viene costretta a sposarsi sono accompagnate da battute o gesti degli attori che generano un’inevitabile risata. Questo meccanismo è presente in quasi tutti i dialoghi tanto che le risate tra il pubblico sono state numerose. Parlerei a buon diritto però di un riso amaro, dato che ogni volta che mi ritrovavo a ridere mi chiedevo se ne avessi il diritto dato che le situazioni erano palesemente tragiche.