Quater - Diario di un'ape operaia
Il 1 aprile 1975 andava in onda sulla rete RAI la prima puntata dell’Ape Maya, amatissima serie di cartoni animati, e mi piace immaginare che Giulia Lombezzi (nonostante non sia dato di sapere la sua età) almeno qualche puntata delle avvincenti avventure di Maya, piccola e gioiosa ape che viveva in un campo di fiori, era allergica alle rigide regole dell’alveare e svolazzava felice di fiore in fiore, l’abbia vista.
Non è un caso forse che la protagonista di Quater - Diario di un’ape operaia, interamente scritto e interpretato dalla nostra Giulia Lombezzi e liberamente, ma non troppo, tratto da vite vissute, si chiami proprio Maya.
Ma cosa ne è stato di quel sogno di libertà? Che cosa ha riservato a quelle bambine e quei bambini il tempo presente? Ben poco, purtroppo. L’unica avventura rimasta a quei pargoli oggi, dopo poco più di quarant’anni, è la ricerca di un posto di lavoro: magari sottopagato, sicuramente precario, probabilmente alienante, ma comunque un lavoro.
Per suo fortuna, si fa per dire, dopo una serie di esilaranti colloqui di lavoro (nonostante tutto si ride e parecchio pure) la nostra piccola ape Giulia-Maya approda infine proprio in un immenso alveare, un call center dove persino i tempi per fare la pipì sono contingentati, peggio auto- contingentati, pena il calo della produttività. Essere all’altezza delle aspettative dell’Apone capo (manco a farlo apposta un esemplare maschio) è impegnativo, la concorrenza spietata, ma una promozione val bene il rischio di una piccola cistite.