Prometeoedio
Cinzia Pisciotta
da Eschilo
Gianmaria Martini
Alessia Pellegrino
Enrico Campanati
Roberto Serpi
Pietro Fabbri
regia
Emanuele Conte
costumi
Daniela De Blasio
luci
Tiziano Scalis
Matteo Selis
Il Teatro della Tosse, con la regia di Emanuele Conte, affronta con ritmo serrato e avvincente la tragedia greca di Prometeo, il giovane titano che sfidando l’autorità di Zeus ha sottratto il fuoco dalla fucina di Efesto per farne dono all’umanità, la quale è uscita alfine dal buio per farsi consapevole e sapiente.
Il ribelle Prometeo - nelle vesti di Gianmaria Martini -, spezzando la catena di lutti che Crono ha imposto a tutta la sua progenie, subisce il castigo eterno del padre contro cui si è rivoltato ed è incatenato alle maglie arrugginite di un’impalcatura da cantiere che sovrasta tutto il palcoscenico del Menotti, più avvincente della rupe che Eschilo aveva scelto per rappresentare la sua gogna.
Lo spettatore assiste alla lunga sequenza dell’incatenamento dell’eroe così poco divino che è sceso dall’Olimpo per condividere con gli uomini la loro fragilità e, accecato da rabbia e orgoglio, respinge i suggerimenti opportunisti e salvifici dei due coprotagonisti, Hermes e Oceano.
Hermes è il messaggero degli dei - con il volto di Enrico Campanati -, che lo scaltro Zeus ha inviato al Prometeo incatenato perché, in cambio della salvezza, gli riveli il segreto che mina la stabilità del suo trono, ovvero il nome della futura discendenza che porterà alla rovina il primo tra gli dei. Dopo di lui, anche il titano Oceano - nelle sembianze di Pietro Fabbri -, un avo dello stesso eroe, lo invita, senza successo, a placare la furia, la lingua superba e audace. Imponente lo strascico del costume del dio fluviale reinventato con un duttile reimpiego della plastica dalla fantasia di Daniela De Blasio.