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Otello

farnese
raccontato da
Daniela Farnese
 
di
William Shakespeare
 
con
Elio De Capitani
Federico Vanni
Emilia Scarpati Fanetti
Cristina Crippa
Angelo Di Genio
Alessandro Averone
Carolina Cametti
Gabriele Calindri
Massimo Somaglino
Michele Costabile

regia
Elio De Capitani
Lisa Ferlazzo Natoli

 
Cos’altro può raccontarmi Shakespeare sull’oscurità del sentimento, sul dolore del dubbio, sul tarlo della gelosia, sul disastro dei sentimenti, che non ho già imparato sulla mia pelle? Cosa può dirmi ancora l’arcinoto, diffuso, risaputo Otello che non conosco, a proposito dell’amore che non è mai come sembra, del tradimento o del presunto tale, del sesso che offusca la mente, del pregiudizio, della discriminazione, della manipolazione della mente fragile dell’amante?

 

Questo mi chiedo, mentre si abbassano le luci e Iago inizia a muoversi e a tramare, tra la spettacolare scenografia.

 

Non mi aspetto sorprese da una tragedia così conosciuta, da un testo letto, ascoltato e messo in scena così tante volte. Eppure, mentre il Moro, trionfatore in battaglia e gran condottiero, viene stritolato dalla trama del sedicente amico, mi accorgo che quella che sto osservando è una storia nuova. Per la prima volta, sulla scena io sono tutta per Desdemona, nei suoi splendidi incantevoli abiti dalle linee semplici, nella sua pelle bianca, nel suo amore giovane e, forse per questo, ingenuo, totale, assoluto.

 

Affascinata dai racconti di un uomo straniero, più adulto, più esperto del mondo che la poveretta non conoscerà mai, lei non dubita, non teme, non si fa indietro. Lei è la donna che rinuncia a tutto per amore e che guadagna tutto, sicura di quel sentimento che la rende potente, immensa, più dei piccoli e meschini uomini d’armi che le girano intorno, che mascherano il razzismo con l’ammirazione e l’invidia con la devozione.