L'ignorante e il folle
Thomas Bernhard
Roberto Menin
uno spettacolo di
Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con
Ferdinando Bruni
Ida Marinelli
Corinna Agustoni
Luca Toracca
luci
Nando Frigerio
suono
Giuseppe Marzoli
produzione
Teatro dell'Elfo
Non so se vi sia mai capitato di fare snorkeling su una qualche barriera corallina e poi d’improvviso la barriera finisce e vi ritrovate affacciati sull’abisso. Cosa avete provato? Difficile rappresentarlo agli altri. Ebbene, probabilmente bisognerebbe aver letto per intero l’autobiografia di Thomas Bernhard e tutte le sue opere per penetrare l’abissale profondità di quest’autore. Perché Bernhard lo percepisci, ma poi restituirlo ad altri è faccenda complicata.
Ferdinando Bruni e Francesco Frongia ne “L’ignorante e il folle” ci sono riusciti. E non aggiungo aggettivi perché mi sembrano ridondanti. In quell’esserci riusciti c’è tutto.
Ma torniamo alla pièce. Scritta per il Festival di Salisburgo del 1972, affronta il tema del paradosso dell’esistenza: «se non avessimo la possibilità di distrarci/caro signore/dovremmo proprio ammettere/che non esistiamo più/l’esistenza detto per inciso è sempre/ una distrazione dall’esistenza/noi esistiamo proprio perché ci distraiamo dal nostro esistere». E per distrarsi bisogna fare qualcosa ma non con l’obiettivo di distrarsi. Esistiamo perché non possiamo fare a meno di vivere. E ognuno lo fa come può. Da folle, come “il dottore” (un elegantissimo Ferdinando Bruni, in un quasi monologo dal sapore ipnotico nel primo atto) o la Regina della Notte di mozartiana memoria (Ida Marinelli, magnifica e insospettata voce), oppure da ignorante come “il padre” (Luca Toracca, un’istituzione). Sul palco anche la brava Corinna Agustoni, ma di lei, dato il ruolo, non sapremo mai se possa essere annoverata tra gli ignoranti o tra i folli.
Se siete alla ricerca di nuovi stimoli, se volete “distrarvi” questo è lo spettacolo che fa per voi.