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Il giardino dei ciliegi

montedororaccontato da
Marialuisa Montedoro
 
luci
Nando Frigerio

suono
Jean-Christophe Potvin

produzione
Teatro dell'Elfo

 
E allora mi limito a estrarre dal cappello quattro nomi (l’ho fatto davvero; mi sono dotata di apposito cappello per compagnie numerose), certa di non fare torto a tutti gli altri: Ida Marinelli sembra nata per impersonare Ljubov (e secondo me in una delle sue precedenti vite lo è stata veramente), Elio De Capitani è un Gaev con la faccia e le movenze di Gaev (sornione), Elena Russo Arman, con la sua grazia e la sua leggerezza, quasi dimostra meno dei suoi 17 anni, Luca Toracca...ma era in scena? (tanto attore dentro che ho fatto fatica a riconoscerlo).

Quel che conta, per me, in questo Giardino, è l’allestimento scenico, curato e teatrale nel senso più puro del termine; ma anche le luci (Frigerio ci vizia) e i costumi. Vorrei Ortensia Mattei come sarta personale.

Quel che conta, per me, in questo Giardino è tutto, compreso l’elettricista, il fonico e i macchinisti, laddove “tutto” sta per “completo, riuscito, omogeneo e soprattutto poetico”.

Questo Giardino è una delle produzioni più convincenti del grande Elfo Puccini. Averlo perso sarebbe stata un’occasione mancata. No! Ve lo siete perso? Beh, non vi resta che sperare che lo ripropongano la prossima stagione. Buona fortuna!