Il cambio dei cavalli
Franca Valeri
Franca Valeri
Urbano Barberini
Alice Torriani
regia
Giuseppe Marini
scene
Alessandro Chiti
luci
Michelangelo Vitullo
produzione
Società per Attori in collaborazione con Compagnia Urbano Barberini
Vedere “la Franca” all’opera è stato per me come assaporare una madeleine: un’esperienza molto personale, burrosa e struggente, di cui mi è difficile scrivere.
Ciò premesso, “Il cambio dei cavalli” è un testo brillante e furbo scritto per se medesima da Franca Valeri e portato in scena insieme alla brava (e bella) Alice Torriani e al bravo (e calzante) Urbano Barberini per la regia di Giuseppe Marini.
E’ la storia dell’anziana signora Anne Marie Dalcò, caustica ma in fondo saggia matrigna di Odo (il figlio del suo ex amante storico), non più ragazzino ma non ancora sufficientemente vecchio da aver raggiunto la pace dei sensi (sostanzialmente un danaroso puttaniere), e di Galette, giovane escort che, com’è nella logica delle cose, ambirebbe a sistemarsi proprio con il nostro Odo.
Probabilmente rimasto solo al mondo, senza ancora essersi accasato, Odo sente il bisogno di mantenere vivo il rapporto con Anne Marie, improbabile madre ma preziosa e protettiva amica. Odo fa spesso e volentieri tappa da lei per quello che è appunto “Il cambio dei cavalli”, ciò che oggi chiameremmo “fare il pieno di benzina”; così, cambiati i cavalli e confortato dalle parole di Anne Marie, Odo riprende il viaggio e si ributta nella vita.
Storia antica ma sempre attuale, basti pensare al mestiere più antico del mondo esercitato dalla nostra Galette, o a certi facoltosi figli di papà, eterni Peter Pan. Bisogni, desideri, debolezze e paure che convivono e trasversalmente toccano tutti e tre i personaggi, perché alla fine cosa sarebbe anche della caustica e scafata Anne Marie senza Odo?
Mi viene da dire «Stay human», ma non so il perché. In ogni caso, grazie immensa FRANCA!