Geppetto e Geppetto
Marialuisa Montedoro
Angelo Di Genio ha vinto il Premio Nazionale della Critica 2016 come Miglior attore emergente.
Ma lo fa con la certezza che se curato con amore, quel terreno darà dei frutti. Potranno essere spinosi come carciofi, oppure aciduli come il melograno, dolci come pesche, lisci come un melone. Potranno essere anche tutte queste cose insieme, a seconda del loro grado di maturazione (o dovremmo piuttosto dire, maturità). E in questo non saranno affatto diversi dai frutti “convenzionali”, cresciuti nell’orto della nonna. Saranno comunque figli di chi li ha innaffiati e concimati con cura, che siano un contadino e una contadina, due contadine o due contadini.
In scena con Papi Tindaro (autore, regista, attore e gioia pura), Papo Paolo (Li Volsi, strepitoso), il loro frutto/figlio Matteo (un inedito e divertente Angelo Di Genio nel ruolo di Matteo bambino, e poi ancora potente e sanguigno da adolescente, dolce e struggente da adulto), e un quartetto di valore assoluto: Alessia Bellotto, Carlo Guasconi, Lucia Rea e Roberta Rosignoli, in ruoli diversi, a volte doppi.
In tempi in cui si disquisisce se siano meglio le donne dell’est o quelle dell’ovest, il teatro di Tindaro Granata rende giustizia alle nostre intelligenze.
Geppetto e Geppetto è uno spettacolo che non si può archiviare dopo averlo visto, conservandone solo un bel ricordo. Perché la storia è ancora tutta da scrivere e sta ad ognuno di noi farlo. E credo che, se la scriveremo con amore ed onestà sarà proprio una bella storia.